È nato il partito per la decrescita

Con atto notarile del 31/07/2007 si e'costituito uno strumento operativo per convogliare le energie di tutti coloro che si sentono naufraghi in un mondo che va' alla deriva seguendo solo le logiche di mercato.

Abbiamo bisogno della collaborazione di chiunque si riconosca nei seguenti principi:

-il risparmio,

-il rifiuto dei prodotti inutili,

-il contrasto al drenaggio delle risorse da parte delle grandi aziende,

-il riaffermarsi di un lavoro artigianale qualificato,

-la localizzazione della produzione di molte merci,

-la salvaguardia ambientale,

-la qualita della vita.

Non vogliamo tornare all' '800, ne' auspichiamo l'avvento di una economia di stato pianificata.

Vogliamo semplicemente che si intervenga per contenere quelle esasperazioni del mercato che si concretizzano nella produzione di merci inutili. Ma questo "semplicemente" e' una vera e propria rivoluzione, perche' va' ad incidere sul principio basilare della nostra economia:..... la crescita inarrestabile del PIL.

Siamo in un sistema per cui una cosa cosi' ovvia e ragionevole, come il non voler produrre merce inutili, puo' provocare seri danni. Questo fatto da' la misura di quanto insensato sia il cammino intrapreso. Insensato e in collisione con la natura che ci contiene. Dobbiamo virare verso uno sviluppo assennato e abbiamo bisogno di tempo per poterlo fare dolcemente e senza traumi.

La decrescita e' una ritirata strategica per evitare una rotta disastrosa.

Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Scrivici o telefonaci per collaborare con noi.


ALCUNE CONSIDERAZIONI

Voglio presentarmi alle persone che visiteranno queste pagine rispondendo a due domande che per primo mi sono posto:

1) Perche' la decrescita

Mi sono avvicinato a questo concetto non per una sua valenza moralizzatrice ne' per un generico fastidio verso la modernita'.

Purtroppo stiamo assistendo ad un declino ambientale che, denunciato da oltre 30 anni da scienziati di tutto il mondo, sempre piu' numerosi, ci si presenta ormai come realta' incombente, come incubo dietro la porta di casa. Un declino la cui causa oggi si puo' ascrivere principalmente alle logiche dei grandi gruppi industriali che si sono organizzati a livello mondiale ed hanno stretto rapporti particolari con istituzioni politiche, finanziarie e con i media.

Per questi "l'efficienza e' l'unico valore universalmente riconosciuto" (S.Latouche).E' lontanissimo dai loro interessi tutto quello che non si riassume nella prassi della massima produzione al minor costo. L'ambiente, piegato ma non domato si ribella, si degrada, reagisce e reagira' in modo violento per liberarsi dai miasmi creati da questa razza vorace.

E' anche vero pero' che tutti noi, cresciuti con un'idea di sviluppo che affonda le sue radici nell'immediato dopoguerra, non riscontriamo la felicita' promessa. Incalzati di continuo da messaggi di sirene che ci fanno naufragare in una amorfa e quieta bulimia da consumo, accumuliamo un rancore ed una rabbia crescenti contro la vita quotidiana senza riuscire a porci la domanda se oggi questo "sviluppo" sia vero o solo una chimera.

In effetti, pensandoci, mi accorgo che le cose che mi danno maggior piacere, le situazioni che mi coinvolgono di piu', non richiedono quasi mai grandi acquisti ne' consumi ma disponibilita' di tempo, di persone che mi sono care, di natura. Forse e' cosi' anche per molti di voi.

La decrescita quindi, prima ancora che una teoria economica, mi sembra l'unica via possibile e praticabile. Via che, partendo da una rigorosa critica allo "sviluppo sostenibile", ci porti all'elaborazione di un modello dalle caratteristiche completamente nuove attraverso la rivalutazione del risparmio e del principio del buon senso applicato all'economia.

Uno sviluppo assennato, reso forte da valori come l'interazione dei saperi, la curiosita' verso lo sconosciuto e la coscienza profonda della necessaria reciprocita' con la vita intorno a noi. La vita minerale, vegetale, animale: la vita che ci sostiene, ci a rricchisce e che trasformiamo di continuo, ma senza poterci permettere il lusso di alienarla se non alienandoci da noi stessi.

Impegnamoci. Nel momento della crisi potremo non limitarci a dire...... lo sapevamo! ...perche' avremo elaborato strumenti, riflessioni ed opere per un nuovo, piu' consapevole progresso.

2) Perche' un Partito?

Certamente attraversiamo un momento di grande difficolta' nei rapporti con la politica in generale ed i partiti in particolare. Citando ancora Latouche, "La crisi della politica assume due forme complementari: a monte la sottomissione degli apparati dello stato alle costrizioni della tecnoeconomia, a valle la spoliticizzazione dei cittadini." Ma le forme della politica prendono anche strade inaspettate, stimolanti nel loro rapido mutare, vertiginose quasi, per le possibilita' che evidenziano.

L'uso di media che riescono a veicolare domande e ricevere risposte da centinaia di migliaia di persone, alla portata di un solo, anonimo clic, in tempi brevissimi e per i piu' svariati argomenti, l'accesso di tante persone, la simultaneita' dell'agire ci portano verso forme di democrazia diretta ed allargata insperate sino ad ora. Ma tutto questo non e' esaustivo, la politica si deve esprimere anche in forme organizzate. Per non scadere in un pericoloso massimalismo e avventurismo, Le istanze devono, una volta approvate, prendere la forma piu' idonea al raggiungimento dell'obiettivo.

Immagino quindi un partito centrato sull'idea della decrescita, che porti le proprie proposte anche dentro le istituzioni che di politica si devono occupare, senza farsi intrappolare da ideologie e che sappia di volta in volta avere l'elasticita' necessaria per trovare alleati o rifiutare proposte avverse; senza esitazioni, senza collusioni. Un partito ancora tutto da costruire che sapra' fare tesoro dei suggerimenti, delle emozioni, dei ragionamenti di chi lo vorra' abitare, un partito che sappia crescere al l'interno di una grande comunita' virtuale, ma effettiva nel proporre ed anche nel disporre, e con la partecipazione delle persone che a qualsiasi livello daranno del loro, lo arricchiranno rendendolo cosa viva, e con questo riuscendo a farlo proprio.

Paolo Gabrini